Il noto designer Elio Fiorucci perse i marchi omonimi negli anni ‘90, quando questi vennero ceduti dalla fallita Fiorucci Spa al gruppo inglese Edwin International.
Tra gli anni 2002 e 2010 Elio Fiorucci tornò ad usare il suo nome come marchio, apponendolo al di sotto del segno “Love Therapy” nella locuzione complessa “Love Therapy by Elio Fiourcci”.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10826 del 25 maggio 2016, ha ritenuto illecito tale uso del proprio nome in quanto confondibile con i marchi “Fiorucci” acquisti dal gruppo Edwin.
Pertanto, il proprio nome non può più essere usato con funzione distintiva come marchio d’impresa in settori merceologici identici o affini, una volta che le registrazioni di marchio relative siano state legittimamente cedute a terzi, poiché in un simile caso si andrebbe incontro ad una fattispecie di contraffazione. Anche il diritto al nome può quindi trovare, se non una vera e propria elisione, una sicura compressione nell’ambito dell’attività economica e commerciale, ove esso sia divenuto oggetto di registrazione, prima, e di notorietà, poi, ad opera dello stesso creativo che poi l’abbia ceduto ad altri.
Rimane salvo solo l’impiego del proprio nome secondo principi di correttezza professionale che impongono di evitare qualsiasi iniziativa confusoria.
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