Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 273 del 23 novembre 2015 il decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, recante disposizioni urgenti per il settore creditizio (c.d. decreto salva-banche).
Il decreto contiene alcune norme procedimentali volte a agevolare la tempestiva ed efficace implementazione delle procedure di risoluzione di Cassa di risparmio di Ferrara S.p.A, Banca delle Marche S.p.A, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio – Società cooperativa e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti S.p.A..
Il provvedimento entra in vigore a partire dal 23 novembre 2015 e costituisce delle banche ponte, nuovi soggetti di diritto, che avranno il compito di traghettare gli attivi delle quattro banche poste in liquidazione verso un proficuo ricollocamento sul mercato.
Le quattro banche sono invece state poste in liquidazione con provvedimento della Banca d’Italia del 21 novembre 2015, approvato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze con decreto del 22 novembre 2015, che ha disposto, ai sensi dell’art. 32 del D.Lgs. 16 novembre 2015 n. 180 (la recente legge di recepimento del c.d. bail-in), l’avvio della risoluzione, non incidendo sui depositi in conto corrente, ma disponendo il c.d. burden sharing a carico di azionisti e obbligazionisti subordinati, ossia l’annullamento del valore dei rispettivi titoli, con riduzione in misura corrispondente del debito in conto capitale degli istituti.
Per consentire la risoluzione il sistema bancario italiano metterà sul piatto 3,6 miliardi di euro per il salvataggio. Una cifra che sarà anticipata al Fondo di Risoluzione (lo strumento che operativamente realizzerà il salvataggio) da due linee di credito interamente messe a disposizione da Intesa Sanpaolo, UniCredit e Ubi a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi: la prima verrà rimborsata quando le banche ponte e i crediti deteriorati troveranno il modo di essere valorizzati sul mercato. La linea a breve, invece, sarà già ripianata entro fine anno grazie al contributo delle 208 banche del sistema non-Bcc che anticiperanno non solo i 500 milioni di contributi per il fondo di risoluzione previsti per il 2015, ma anche tre annualità straordinarie, per un totale di 2 miliardi.
Nov 27