A 71 anni dalla messa su strada da parte dell’ingegner Corradino d’Ascanio, la Vespa della Piaggio ha ottenuto dal TrIbunale di Torino (sent. 1900/2017 pubblicata il 06/04/2017) il primo riconoscimento della sua originalità. Il gruppo di Pontedera si è infatti visto riconoscere dalla sezione specializzata del tribunale di Torino, giudice Silvia Vitrò, una doppia attribuzione. Non solo il modello Lx del 2005 è risultato oggetto di un marchio di forma tridimensionale di titolarità di Piaggio, ma tutte le Vespa — da 1946 in poi — sono riconosciute nella loro forma come opera di design industriale «tutelata dall’articolo 2.10 della legge sul diritto d’autore» come opera d’arte di design industriale.
Piaggio, seguita dallo studio milanese Sena-Tarchini e in particolare dal professor Giuseppe Sena coadiuvato dall’avvocato Vincenzo Urso, aveva agito dopo l’esposizione a un salone del motociclo di uno scooter, «Ves», prodotto dalla cinese Zhejiang Zhongneng. La Ves, non solo per assonanza, risultava del tutto simile alla Vespa Piaggio, in particolare alla Lx del 2005. Da qui il ricorso della casa italiana.
La forma di un prodotto oggetto di design industriale – ha sostenuto la corte – che, nel corso dei decenni, abbia acquisito riconoscimenti dall’ambiente artistico (e non meramente industriale) che ne ha celebrato grandemente le qualità creative e artistiche, è protetta altresì dal diritto d’autore ai sensi dell’art. 2, punto 10, L.D.A.
Lug 14