Il Governo ha deciso di abolire i voucher per evitare il referendum del 28 maggio, proposto dalla Cgil, che rischiava di essere una pesante sconfitta politica per il Pd e per il nuovo segretario del partito, che sarà eletto con le primarie del prossimo 30 aprile. Dal 17 marzo non è più possibile acquistare voucher e quelli già comprati potranno essere utilizzati solo sino al 31 dicembre 2017. Dal primo gennaio 2018, quindi, imprese e famiglie saranno prive di uno strumento semplice ed efficace che permetta loro di assumere personale aggiuntivo in momenti di attività particolarmente intensa e di pagare regolarmente piccoli lavori di assistenza domestica. «E a me viene in mente la vecchia storiella del treno, il cui ultimo vagone tendeva a deragliare. Invece che sistemarlo si è deciso di toglierlo, ma, a quel punto, era il penultimo vagone, diventato ultimo, a uscire dai binari. Si è tolto anche quello e così via si è andati avanti sinché non è rimasto più il treno» afferma Carlo Valerio, presidente di Confapi Padova. «Fuor di metafora, è evidente che siamo di fronte a un assurdo: invece di migliorare uno strumento efficace, correggendo le storture presenti, si è preferito cancellarlo del tutto senza avere ancora pronto un sostituto. Solo chi è lontano dal mondo del lavoro poteva proporre un provvedimento del genere, figlio di una demagogia ormai fuori dalla storia. Con questa decisione il Governo non fa che accrescere la distanza con il Paese reale».
Alcuni numeri permettono di fare un po’ di chiarezza sul tema. Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha stimato su dati Inps e Uil come il numero dei voucher venduti in Italia nel 2016 oscilli fra i 130 e i 145 milioni, con un aumento del 26,3% rispetto al 2015 (erano poco più di 115 milioni). 18,5 quelli venduti in Veneto, seconda regione in Italia alle spalle della Lombardia (27 milioni) e davanti all’Emilia Romagna (18,2 milioni). 3,3 milioni quelli venduti nella provincia di Padova, numero che la posizione all’ottavo posto nella classifica delle province italiane in cui se ne sono venduti di più, con Milano in vetta (9,8 milioni), davanti a Torino (5,6 milioni) e Roma (5,1 milioni). Anche ipotizzando che siano stati tutti effettivamente riscossi, Fabbrica Padova calcola, però, che rappresenterebbero appena lo 0,53% del cumulo di 618 milioni e 944 mila ore lavorate dai dipendenti padovani (considerando 1.879 ore medie lavorate in un anno da un dipendente con un contratto di lavoro full-time). Il numero medio di voucher utilizzati a persona è di 60 all’anno, per circa 450 euro incassati a utilizzatore attraverso questa forma di pagamento.
Mar 24