Anche il Liechtenstein dice addio al segreto bancario. Il Parlamento Ue ha dato l’ok all’accordo che introduce a partire dal 2018 lo scambio automatico delle informazioni bancarie tra il Principato e le amministrazioni fiscali degli stati membri dell’Unione europea. Con l’intesa, che era stata siglata lo scorso 28 ottobre, il Liechtenstein si adegua al “Common reporting standard” elaborato dall’Ocse e già sottoscritto da oltre novanta paesi, che punta a contrastare i fenomeni di evasione ed elusione fiscale attraverso una maggiore cooperazione fra le amministrazioni finanziarie e un quadro normativo più omogeneo in materia fiscale. Con l’adesione di Vaduz viene meno un altro paradiso fiscale nel cuore dell’Europa.
L’accordo bilaterale prevede che Ue e Liechtenstein si scambino automaticamente informazioni sui conti finanziari dei reciproci residenti: dal reddito dichiarato agli interessi e dividendi, passando per saldi e proventi della cessione di attività finanziarie. Gli obiettivi sono molteplici: da un lato facilitare l’applicazione delle rispettive legislazioni fiscali in materia transfrontaliera, dall’altra scovare per tempo situazioni opache ed eventuali frodi fiscali. A giorni è atteso il semaforo verde definitivo: dopo il parere positivo espresso dal parlamento Ue, oggi toccherà all’Ecofin approvare formalmente il testo dell’accordo, prima del via libera del parlamento di Vaduz.
Per l’Italia in realtà non cambia nulla. Il nostro paese aveva già concluso un accordo in materia fiscale con il Liechtenstein, in vista della procedura di collaborazione volontaria che si è chiusa definitivamente lo scorso 30 novembre. L’intesa bilaterale stipulata nel febbraio scorso tra i rispettivi ministri delle finanze Pier Carlo Padoan e Adrian Hasler , ha consentito al Principato di fuoriuscire dalla ‘blacklist’ italiana in un’ottica di maggiore cooperazione amministrativa.
Nel frattempo anche la Repubblica di San Marino ha siglato un accordo con l’Ue che pone fine al segreto bancario e introduce lo scambio automatico di informazioni. In questo modo gli stati membri dell’Ue potranno ottenere nomi, indirizzi e numeri identificativi ai fini discali dei loro residenti che hanno conti aperti a San Marino.
Dic 12