L’assemblea plenaria del Parlamento Europeo ha adottato, in data 14 aprile 2016, in seconda lettura i testi del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali e della Direttiva che regola i trattamenti di dati personali nei settori di prevenzione, contrasto e repressione dei crimini. Con questo passaggio si conclude un iter legislativo durato oltre 4 anni.
Il nuovo “pacchetto protezione dati” garantirà maggiori opportunità e tutele per cittadini e imprese, adeguando una normativa europea che risale ormai agli anni 90, cioè ad un’epoca in cui molte delle nuove tecnologie attuali non esistevano e Internet era ancora ai suoi albori.
In particolare, il nuovo Regolamento introdurrà una legislazione in materia di protezione dati uniforme e valida in tutta Europa, affrontando temi innovativi – come il diritto all’oblio e alla portabilità dei dati – e stabilendo anche criteri che da una parte responsabilizzano maggiormente imprese ed enti rispetto alla protezione dei dati personali e, dall’altra, introducono notevoli semplificazioni e sgravi dagli adempimenti per chi rispetta le regole.
La Direttiva, secondo elemento fondamentale del pacchetto, stabilisce, per la prima volta, norme comuni per il trattamento dei dati a fini giudiziari e di polizia all’interno di tutti gli Stati membri.
Obiettivo della Direttiva è quello di innalzare le garanzie per la privacy dei cittadini quanto interviene un trattamento dati per motivi giudiziari e di polizia, ma anche facilitare notevolmente lo scambio e l’uso delle informazioni utili per il contrasto a fenomeni come criminalità e terrorismo.
Dopo che, la prossima settimana, il Consiglio Ue avrà preso atto formalmente dell’approvazione del pacchetto da parte del Parlamento, si avrà la pubblicazione dei testi nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE), verosimilmente entro la fine di giugno.
Il Regolamento entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione nella GUUE e, dopo due anni, le sue disposizioni saranno direttamente applicabili in tutta l’Unione europea. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le disposizioni della direttiva nel diritto nazionale con apposite norme.
Apr 26